La
paura della morte
Gli
ultimi mesi, ma forse anni, sono stati segnati da una grossa crisi
economica e culturale. Questo ha creato un bisogno da parte della
gente, di trovare qualcosa in cui credere. Quando il dio Palmare ed
il dio Wii non funziona più si cercano altri dei da osannare. In
tempi in cui è difficile permettersi una grande casa o una grande
macchina, diventa necessario credere in
qualcosa di diverso che non si deve acquistare. Certamente è prevedibile un ritorno alla religione, cattolica o altro che sia, cosa che già avviene da un po' di tempo, ma anche un ritorno a credenze meno diffuse ma molto consolatorie. In epoca di maghi, lettori della mano e manipolatori vari emerge una realtà vecchia e nuova, consolante quanto una vecchia coperta di lana quando è molto freddo e siamo molto stanchi. Sto parlando della credenza dell'esistenza di vite precedenti, la vita oltre la vita, la credenza secondo cui noi ci reincarniamo fino a quando non avremo pagato il nostro karma e saremo quindi purificati, evoluti al rango dei “maestri”. Ogni vita rappresenta il superamento delle problematiche vissute nella vita precedente, se siamo stati crudeli subiremo crudeltà, se i nostri amori sono stati interrotti, continueremo ad incontrare il partner, anch'esso reincarnato, fino al compimento della relazione, come descrive il noto Brian Weiss nel suo libro “molte vite un solo amore”. Una speranza consolatoria che toglie la paura di morire grazie alla speranza di rivivere e riincontrare le persone amate, ma anche una spinta alla rassegnazione alla sventure di questa vita, conseguenza di errori da pagare.
qualcosa di diverso che non si deve acquistare. Certamente è prevedibile un ritorno alla religione, cattolica o altro che sia, cosa che già avviene da un po' di tempo, ma anche un ritorno a credenze meno diffuse ma molto consolatorie. In epoca di maghi, lettori della mano e manipolatori vari emerge una realtà vecchia e nuova, consolante quanto una vecchia coperta di lana quando è molto freddo e siamo molto stanchi. Sto parlando della credenza dell'esistenza di vite precedenti, la vita oltre la vita, la credenza secondo cui noi ci reincarniamo fino a quando non avremo pagato il nostro karma e saremo quindi purificati, evoluti al rango dei “maestri”. Ogni vita rappresenta il superamento delle problematiche vissute nella vita precedente, se siamo stati crudeli subiremo crudeltà, se i nostri amori sono stati interrotti, continueremo ad incontrare il partner, anch'esso reincarnato, fino al compimento della relazione, come descrive il noto Brian Weiss nel suo libro “molte vite un solo amore”. Una speranza consolatoria che toglie la paura di morire grazie alla speranza di rivivere e riincontrare le persone amate, ma anche una spinta alla rassegnazione alla sventure di questa vita, conseguenza di errori da pagare.
La
paura della morte, questa nascosta e continua paura che nessuna
quantità di denaro o di potere può neutralizzare, è nell'intimo.
Ma se la gente sapesse che «la vita è senza fine; che quindi non
moriamo mai; che non siamo realmente mai nati», allora questa paura
si dissolverebbe.
(B.Weiss, “Molte vite Molti maestri”, 1997)
(B.Weiss, “Molte vite Molti maestri”, 1997)
Se si cerca su
internet la parola “reicarnazione” si trova veramente di tutto,
Ian Stevenson, Manuela Pompas, Angelo Bona, tanti altri hanno scritto
molto al riguardo ed hanno dedicato le loro abilità professionali al
credo secondo cui conoscere le proprie vite precedenti aiuta a
superare le prove che questa vita ci pone dinanzi. Mi è capitato in
passato di indurre regressioni che sono diventate regressioni a vite
precedenti. Ho ascoltato storie che sembravano veri propri film di
cui il soggetto sapeva di essere il protagonista. In epoche antiche o
vicine. Alcune volte in maniera distaccata, altre volte in prima
persona. Come viene descritto nei libri dei vari autori.
Trovavo molto
affascinanti le descrizioni che ascoltavo, decisamente suggestive, ma
la cosa più interessante era la sensazione di pace che descrivevano
le persone. Tutte emergevano da queste esperienze con una
tranquillità nuova nell'affrontare gli eventi della vita, ma
principalmente con minore paura del grande spauracchio della nostra
epoca: la morte! Evento invincibile ed imprevedibile, per queste
persone non era più un mistero, sapevano con certezza (soggettiva)
di non dovere temere nulla, poiché sarebbero stati benissimo, in
assoluta pace.
Di
sicuro chi legge ha fatto caso alla ricorrente presenza di programmi
che hanno a che fare con il “mistero”, sembra che dal don Juan di
Castaneda ai miracoli di Medjugorje il cammino alla ricerca della
verità che guarisce continua instacabile. Il bisogno di credere in
forze vecchie o nuove che siano, in profeti o “apostoli” che
sconfiggano il male diventa impellente nei momenti di incertezza. Lo
stesso bisogno magico che spinge molti a comprare biglietti della
lotteria, gratta e vinci, o comunque tentare la fortuna. Quanto più
le cose in cui abbiamo creduto fino ad ora vacillano, tanto più
abbiamo bisogno di credere in cose non provabili, misteriose,
magiche. Ma quale meccanismo si innesca in noi per spostare così
tanto la responsabilità dalle nostre azioni a eventi
imprescrutabili? Forse è la nostra difficoltà ad assumerci la
responsabilità delle nostre azioni, il credo di questi ultimi
decenni non è stato quello di investire sulle nostre capacità ma di
sperare in eventi casuali, non tanto di diventare bravi ma di
conoscere qualcuno. L'insegnamento principe è stato quello che basta
apparire in televisione per ottenere il successo, ma gli eventi
casuali non danno alcuna certezza, così succede che in periodi di
crisi non abbiamo nulla su cui investire. Allora investiamo sul
mistero. Se la teoria della reincarnazione come espiazione di errori
precedenti ha un fondo di verità, allora dobbiamo pensare che
quest'ultimo periodo è ricco di persone con pessimi Karma! Scusate
l'ironia, ma pur non credendo nelle vite precedenti, anche perché ho
la tendenza a credere solo in cose spiegabili sperimentalmente, mi
rendo conto di quanto sia importante avere la sensazione di una via
d'uscita, una speranza che giustifichi i sacrifici attuali. Allora
ben vengano credenze in cui rifugiarsi, purché innoque e non in mano
di fantomatici maghi costosi molto più di quanto efficaci.
Lucia Rosa Cantafio
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