è bello....

penso che possa essere molto bello essere uguali agli altri, ma anche diversi. Libertà significa potere scegliere sia di conformarsi a logiche ordinarie sia di non farlo. Ogni Mente è Diversa in quanto unica!

domenica 11 marzo 2012


Abuso e Sensi di colpa

Ci sono cose che dopo tanti anni di lavoro ancora fatico a capire. Si, certo, le so, le ho studiate, le ho verificate, razionalmente mi sono chiare ma emotivamente ho difficoltà a capirle. Sto parlando dei sensi di colpa che inseguono per tutta la vita le donne che hanno subito un abuso o un tentativo di abuso (che è sempre un abuso!). Mi riesce difficile comprendere il senso di onnipotenza che caratterizza i bambini, che determina la loro tendenza ad assumersi la responsabilità di tutto ciò che succede. Esattamente il contrario di quello che succede a molti adulti che pensano di non avere nessuna responsabilità di nulla. Non ho molta esperienza di adulti che hanno commesso abusi su bambini della propria famiglia o comunque figli di amici di famiglia, ma il poco che ho potuto verificare è la loro completa incapacità di percepire la responsabilità di un danno. Le persone con cui mi è capitato di parlare ignorano assolutamente di avere potuto incidere in maniera negativa sulla crescita affettiva e sessuale della povera vittima, che ovviamente non considerano una vittima ma solo un soggetto amato ed “accarezzato”. Si legge e si sente che i pedofili percepiscono se stessi come persone che capiscono ed amano più degli altri i bambini. Ecco cosa mi è difficile capire, come da una parte ci possa essere una così totale incapacità di anticipare effetti disastrosi di un comportamento e dall'altra una totale incapacità di uscire dal meccanismo di onnipotenza per cui la colpa è solo la propria. Questo strano atteggiamento infantile determina straordinari disastri nello sviluppo psico-affettivo di questi bambini. Crescendo con questo senso di colpa, questi bambini quando diventano adulti si convincono di non meritare di essere amati e rispettati a causa della loro colpa. Molto strana è l'incapacità di percepire noi stessi nello stesso modo in cui percepiamo gli altri. Mi è capitato di chiedere a donne, che sono state abusate da bambine, di pensare ad un bambino di loro conoscenza avente la stessa età che avevano loro all'epoca dell'abuso, di pensare a quel bambino /a come ad un soggetto capace di seduzione, capace di determinare l'aggressione o comunque la spiacevole “attenzione”, sistematicamente mi guardano con aria scandalizzata e affermano che “certo che no!” “sono solo bambini”. Eppure anche loro erano bambini/e all'epoca. Spesso pensiamo a noi come soggetti adulti anche quando pensiamo ad eventi avvenuti quando eravamo appena dei bambini.
Si, ancora oggi ho difficoltà ad accettare come sia possibile che queste vittime debbano poi diventare carnefici di se stesse! Tacciono per paura e quindi non vengono difesi da nessuno, spesso lasciano gli studi o al contrario si buttano nello studio evitando qualsiasi forma di vita sociale. Spesso scelgono partner sbagliati.
Ma una cosa capisco ancora meno, ovvero come sia possibile che una madre possa dare la responsabilità di un evento così triste ad una figlia ancora pre-pubere! Non capisco come una madre possa non avere l'istinto di protezione verso la propria figlia, rimandandola nelle mani del carnefice parente (padre, fratello, zio, amico di famiglia) o possa non accorgersi di ciò che succede. Molti anni fa, prima di fare lo psicoterapeuta, ho visto un film che allora trovai meraviglioso, era “pazza” di Barbra Streisand, che mi fece per la prima volta pensare al dramma di chi vive un abuso e non viene creduto o difeso. Di uguale intensità drammatica fu un film molto più recente “la bestia nel cuore” di C. Comencini.
Credo che tutti dovremmo vedere film di questa portata, riflettere può aiutare a capire meglio il dramma di persone che sono accanto a noi. Immaginate che la percentuale di persone che hanno subito un abuso mai confessato, è talmente alta che è quasi impossibile che ognuno di noi non ne conosca almeno una!!!!
Si parla continuamente della difesa dell'infanzia eppure le famiglie preferiscono il silenzio, preferiscono l'oblio al chiarimento. Forse le peggiori in questa tendenza a nascondere gli eventi siamo proprio le donne. Donne che temono le voci dell'opinione pubblica, donne che preferiscono l'apparenza al benessere della figlia. Non sono stati certo casi isolati quelli che ho potuto incontrare nel mio studio, di donne che si sono sentite dire, ancora bambine, “smettila è colpa tua” “non dire stupidaggini, lo sai che non è vero” “Se tu non gliene avessi dato modo non avrebbe fatto nulla!”. Sono anni che sento queste cose ma ancora inorridisco.
Queste persone hanno subito un trauma tra quelli più difficili da capire, intuire o ignorare. Sono persone ritenute avolte ciniche, altre volte fredde, altre pigre o incapaci, ma sono solo persone che hanno subito una brusca interruzione nella loro crescita affettiva e nello sviluppo della fiducia nel prossimo. La mi esperienza mi ha insegnato che si può fare molto per rendere queste persone capaci di vivere una vita normale e serena se si può intervenire. Chi ha subito un abuso non è condannato, deve solo affrontare una terapia, magari con un terapeuta che abbia già esperienza in un ambito cos' delicato e difficile, e può recuperare quella voglia di vivere che spesso hanno perso nella solitudine del senso di colpa.