è bello....

penso che possa essere molto bello essere uguali agli altri, ma anche diversi. Libertà significa potere scegliere sia di conformarsi a logiche ordinarie sia di non farlo. Ogni Mente è Diversa in quanto unica!

giovedì 4 giugno 2020


SPUNTI DI RESILIENZA – UNO PSICOLOGO NEI LAGER
Rita Pancaldo Psicologa – Psicoterapeuta  Cognitivo-Comportamentale


«[…] è come quando si accosta un magnete a delle schegge di ferro: immediatamente esse assumono un ordine. L’integrazione della vita psichica e la sua conseguenza, l’autorealizzazione, e la conseguenza di questa, ossia il raggiungimento della felicità, sono tutti effetti collaterali dell’essere orientati verso uno scopo.
Non vi è nulla al mondo che sia in grado di aiutare un uomo a superare disagi interiori o difficoltà esteriori quanto la consapevolezza di avere un compito specifico, il sapere che esiste un significato assolutamente concreto, non nel complesso della vita, bensì ora e qui, nella concreta situazione in cui egli si trova. E questo si è visto ad esempio nei campi di prigionia.
Tra gli studenti della mia università in California avevo anche alcuni ufficiali americani. E tra questi, casualmente, c’erano i tre ufficiali che avevano trascorso i più lunghi periodi di prigionia nei campi dei nordvietnamiti: celle di isolamento e altre cose del genere, semplicemente inimmaginabile. E uno di loro addirittura per sette, dico sette anni! Ebbene, abbiamo organizzato una discussione pubblica, ed il risultato è stato che se c’è stato qualcosa che li ha tenuti in vita – e la stessa cosa la si può sentire dai reduci di Stalingrado e dai prigionieri dei campi di concentramento – era il sapere che nel futuro c’era qualcosa che li attendeva. Qualcosa o qualcuno» (Frankl, 1995).
«Riassumiamo: il compimento di se stesso e la realizzazione di se stesso saranno conseguiti a titolo di effetto del compimento del significato e della realizzazione dei valori» (Frankl, 1996).

Questi passaggi sono di Viktor Emil Frankl (1905 – 1997) professore di neurologia e psichiatria presso l’università di Vienna e docente in varie università nordamericane. Frankl ha fondato la Logoterapia, considerata la terza scuola viennese di psicoterapia, dopo quella di Sigmund Freud (fondatore della psicoanalisi) e di Alfred Adler (fondatore della psicologia individuale).
La Logoterapia è, come la definisce Frankl: «una psicoterapia orientata al senso, anzi incentrata su di esso (logos in questo contesto vuol dire proprio “senso”)» (Frankl, 1996).

Viktor Frankl nacque a Vienna nel 1905. La sua casa natale si trovava a pochi passi dalla casa di Alfred Adler e a pochi passi da quella in cui Johann Strauss compose il famoso valzer “Sul bel Danubio blu” (Frankl, 1997). Questo paesaggio ricco di cultura, di musica, di amore familiare, di studi, di riflessioni (all’età di 16 anni iniziò una relazione epistolare con Freud) fu sconvolto e lacerato dalla persecuzione antisemita.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Frankl fu deportato e internato in quattro campi di concentramento: Theresienstadt, Auschwitz, Kaufering III e Türkeim. Venne deportata anche la sua famiglia: il padre, la madre, il fratello e Tilly, la prima moglie di Frankl di appena 25 anni. Morirono tutti nei lager nazisti.

Le esperienze dei tre anni trascorsi nei campi di concentramento sono raccontate da Frankl nel suo libro “Uno psicologo nei lager” (Frankl, 2009). In questi luoghi di morte e di violenza, dove le persone sono ridotte a un numero - quello di Frankl era 119.104 - poté prendere contatto, però, anche con la forza che c’è in ogni essere umano, con la sua capacità di andare oltre l’esperienza immanente, di dimenticarsi di sé a favore di qualcos’Altro da sé: «l’uomo è sé stesso nella misura in cui si supera e si dimentica» (Frankl, 1996).

Scrive ancora Frankl: «Chi ha letto queste pagine, nelle quali abbiamo tentato di raffigurare i sintomi psicologici e di chiarire la psicopatologia dei caratteri tipici impressi sull’uomo dopo una lunga permanenza in campo di concentramento, potrebbe concludere che l’anima umana è in ultima analisi fatalmente e in modo inequivocabile condizionata dall’ambiente. Nella psicologia del Lager, infatti, è proprio questo particolare ambiente sociale a plasmare, in apparenza fatalmente, l’atteggiamento dell’uomo. Ci potremmo dunque chiedere: dov’è la libertà dell’uomo? Non esiste alcuna libertà spirituale nel comportamento dell’individuo, nella sua reazione alle condizioni ambientali? È vero dunque, come vorrebbe farci credere una Weltanschauung (visione del mondo o concezione del mondo) naturalistica, che l’uomo è solo il prodotto di alcune componenti e condizioni biologiche, psicologiche o sociali? […] “Sotto la costrizione delle circostanze”, delle condizioni di vita esistenti nel Lager, “non ci si può comportare diversamente?” Ecco: possiamo rispondere a queste domande sia basandoci sulle nostre esperienze, che in linea di principio. In base alle esperienze, proprio la vita nel Lager ci ha mostrato che l’uomo è veramente in grado di “comportarsi diversamente”. Potremmo riferire molti esempi, spesso eroici, che hanno provato come, in certi casi, si possa soffocare quell’apatia e quella irritabilità; come dunque sopravvive un resto di libertà spirituale, di libero atteggiamento dell’io verso il mondo, anche in quello stato, solo in apparenza di assoluta coazione, tanto esterna quanto interiore. Chi, tra coloro, che hanno vissuto in campi di concentramento, non potrebbe parlare di persone che percorrevano le piazze d’armi o le baracche dei Lager, dicendo una buona parola o regalando l’ultimo boccone di pane? E se pure sono stati pochi – bastano questi esempi per dimostrare che all’uomo nel Lager si può prendere tutto, eccetto una cosa sola: l’ultima libertà umana di affrontare spiritualmente, in un modo o nell’altro, la situazione imposta» (Frankl, 2009).

Rita Pancaldo
Psicologa – Psicoterapeuta
Cognitivo-Comportamentale

BIBLIOGRAFIA
Frankl, V.E. (1995). In principio era il senso. Dalla psicoanalisi alla logoterapia. Brescia: Editrice Queriniana
Frankl, V.E. (1996). Alla ricerca di un significato della vita. Milano: Mursia
Frankl, V.E. (1997). La vita come compito. Appunti autobiografici. Torino: SEI.
Frankl, V.E. (2009). Uno psicologo nei lager. Milano: Edizioni Ares.