è bello....

penso che possa essere molto bello essere uguali agli altri, ma anche diversi. Libertà significa potere scegliere sia di conformarsi a logiche ordinarie sia di non farlo. Ogni Mente è Diversa in quanto unica!

lunedì 14 novembre 2011


Pensavo fosse depressione invece... era stanchezza!!!
Lucia Rosa Cantafio

Stamattina il cielo e l’aria è mite.
Sto soffrendo.
Un’idea di suicidio, scevra di qualsiasi risentimento,
mi si presenta; è un’idea sbiadita;
essa non scompagina niente, si armonizza con il colore
di questa mattinata.
Werther

Una mattina ci svegliamo ed improvvisamente ci sembra di essere immersi nell’oscurità. Fuori forse splende il Sole, ma noi non ne abbiamo percezione. Ci sentiamo avvolti dal pessimismo e da una sorta di stanchezza del vivere.
Il “male oscuro” ci ha colti! Ma siamo proprio sicuri che sia così?
Periodicamente si registrano netti aumenti di "depressi", come avvenne in seguito al successo dell’opera di Cassano il “E liberaci dal male oscuro”. Si potrebbe pensare che tale aumento sia stato conseguenza di una nuova presa di coscienza da parte dei depressi che prima di leggere il libro non sapevano di esserlo. Ma forse esiste anche una seconda possibilità. A molti è successo di sfogliare un’enciclopedia di medicina e di riconoscere in se stessi i sintomi di varie malattie, ma in realtà è solo un determinato quadro di sintomi che definisce una data diagnosi e non la presenza di uno o due di essi. Ma l’effetto suggestione è sempre esistito, forse non tutti sanno che il famoso romanzo “I dolori del giovane Werther” ha avuto come conseguenza del suo successo un netto aumento del numero dei giovani suicidi per amore. Si trattò appunto, di quella forma suggestiva per cui quello dì cui si parla molto diventa vero ed alcune volte vien voglia di imitarlo. Anche oggi la letteratura è piena di questi episodi di violenza autoriferita o volta all’esterno frutto di un desiderio di imitazione o di suggestione.
Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare delle sindromi depressive in chiavi negative e preoccupanti, ma si è dimenticato di informare i lettori che esistono degli stati psico fisici molto simili alla depressione ma che nulla hanno a che vedere con gli stati patologici.
La malinconia, la tristezza ed anche l’angoscia fanno parte del normale patrimonio di esperienze emotive dell’uomo. Non solo sono quasi indispensabili ad un equilibrio emotivo dell’individuo.
La depressione sintomatica di una malattia fisica, come ad esempio quella che consegue le alterazioni della tiroide, presenta sintomi assolutamente sovrapponibili a quelli della depressione pura. Le alterazioni ormonali provocano sbalzi dell’umore con intristimenti improvvisi, astenia, confusione mentale e quindi blocco delle attività creative, tranne che in senso depressivo. Eppure si tratta di un falso sintomo.

Esiste la depressione scatenata da una malattia medica, che può caratterizzare tutto il periodo della convalescenza se non oltre e la depressione che consegue il sopravvenire di una malattia invalidante.

Inoltre nella vita si registrano situazioni in cui non rispondere con uno stato depressivo reattivo è quasi anomalo, come il lutto, i cambiamenti di casa o di lavoro, la perdita del lavoro o la cassa integrazione.
Ma cosa è esattamente la depressione?
Molti la definirebbero “un malessere misterioso e inquietante” che nascerebbe “da un’alterazione dei processi biochimici”, definizione reale ma non sempre identificabile con quello che stiamo vivendo.
Secondo il Glen O. Gabbard “i pazienti esperiscono la depressione sul piano psicologico come un disturbo dell’autostima nel contesto di relazioni interpersonali fallimentari”.
Secondo lo stesso autore non è la depressione il miglior fattore predittivo del suicidio ma la disperazione; che ha caratteristiche ben diverse.
Secondo Cassano la depressione rientra nei disturbi dell’umore e precisa che questi occupano lo spazio più ampio e più importante tra le malattie mentali.
Il depresso perde la gioia di vivere, la capacità di godere e partecipare, si attenuano e scompaiono in lui lo slancio vitale, l’energia, la grinta ed ogni entusiasmo. Il momento peggiore è la mattina al risveglio quando vede davanti a se la giornata come un lago immobile, insuperabile.
Depressione è non avere voglia di niente, non desiderare niente, essere incapace di provare piacere e soddisfazione. In effetti il depresso si sente stanco di rivestire i soliti ruoli non è un buon genitore, rende poco al lavoro ed è ben poco preoccupato del partner, a questo si aggiunge che non ha desiderio sessuale. E’ un soggetto noioso, pessimista alla continua ricerca di accoglienza e conforto (per poi sentirsi peggio di prima!). Parla sempre e solo del suo mal di vivere e di quanto si ritenga incapace di far questo o quell’altro. Non ha rispetto della sofferenza altrui e spesso è egli stesso “depressivo” per chi gli sta intorno.
Quello che dovremmo chiederci è quanti depressi lo sono realmente.
Ad esempio molti depressi veri lo sono diventati per via dei vantaggi che esistono nell’egoismo celato dalla depressione, se intorno al malato c’è una struttura accogliente e protettiva il malato sta benissimo nel suo mal di vivere e non fa nulla per uscirne. Così facendo evita le responsabilità, i problemi, le noie del quotidiano.
Ma i falsi depressi non sono solo gli egoisti.
Se durante la mia adolescenza (ormai lontana) i periodi di malinconia erano un buon momento per scrivere poesie, fantasticare amori da favola e commuoversi nel sentire il proprio cantante preferito, oggi è un buon momento per sfuggire questo piacevole contatto con se stessi attraverso un buon salutare farmaco!
Le persone hanno molto spesso paura dei propri momenti di malinconia, non sanno stare con se stesse e con i propri pensieri, temono di rimanere in contatto con se stessi perché forse temono le proprie paure, le proprie debolezze. Sarebbe bene imparare che piangere o sentirsi tristi e fragili non è indice di debolezza ma di umanità.
Anche Cassano riconosce che “il dolore come pure l’ansia e la depressione ha una funzione protettiva”.
In alcuni momenti della vita uno stato di depressione può essere addirittura benefico se esso è contenuto nel tempo. A volte un periodo di depressione può avere la funzione di darci quella spinta necessaria ad un cambiamento. Può farci sentire quanto siamo adagiati in una situazione stagnante e quindi noiosa e darci il coraggio (da soli o con l’aiuto di uno psicologo) di spostare gli equilibri alla ricerca di qualcosa di nuovo, lì dove sarà possibile farlo. Uno dei motivi della recente medicalizzazione della depressione è la mancanza di tempo per se stessi e per una salutare malinconia che può aiutarci a rientrare in contatto con i nostri sogni, i nostri pensieri, le riflessioni più profonde che la vita quotidiana non ci permette di fare.
Tra i fattori che oggi frequentemente causano la depressione troviamo la stanchezza, che ha gli stessi sintomi della depressione. I soggetti stanchi per stress lavorativo, perché incapaci di dire di no, perché affaticati dall’assistere un parente malato o altro, presentano evidenti segni di astenia, di sonno disturbato, sentono di non avere le forze per affrontare la nuova giornata, non hanno voglia di lavorare (specialmente quando è proprio il lavoro la causa dello stress negativo), vogliono che gli altri si prendano cura di loro e sono noiosi perché apparentemente privi di stimoli vitali. Hanno perso interesse per quegli obiettivi che fino a quel momento avevano avuto la funzione di spinta propulsiva nell’agire quotidiano.
Sembra che le donne tendano più degli uomini alla depressione. Per vari motivi, dalla stanchezza di vivere ancora in una situazione (molto italiana) in cui si sentono obbligate a svolgere perfettamente i vari ruoli che ricoprono, preoccupate di avere una casa sempre impeccabile nonostante le poche ore da dedicare ad essa, ma spesso per motivi di lavoro, di moda o di ideali femministi tendono a mascolinizzarsi, in parte il piacevole gioco della seduttività, con la conseguenza di aumentare la frattura con eventuali partner. In questi casi è spesso sufficiente spostare gli equilibri della coppia, aiutare le donne a realizzare meglio i propri desideri ed a ridare spazio al gioco di coppia, della seduzione. Ottenendo così il risultato di trasformare la coppia in terapeuta di se stessa!
In situazioni di questo tipo più che il farmaco risulta indispensabile introdurre piccoli cambiamenti nella vita del soggetto, al fine di ottenere l’effetto di dare una nuova visione della vita ed anche nuove energie.
Un bravo psicologo sarà certamente in grado, nel giro di poche sedute, di individuare i cambiamenti di cui necessita la vita di quel soggetto.
Un partner incapace di lasciare il proprio fidanzato/a, magari dopo un lungo periodo di fidanzamento o di matrimonio, apparirà depresso e forse lo sarà, ma più che altro sarà annoiato dalla relazione e arrabbiato con se stesso per la propria incapacità di mettere la parola fine ad una situazione ormai fonte di sofferenza.
Queste ed altre riflessioni dovremmo fare di fronte al “Male oscuro” prima di sentirci definitivamente e irrimediabilmente malati. Fare delle corrette diagnosi è il primo passo, inoltre a volte può essere molto importante ricordarsi che la depressione è un mostro spaventoso ma spesso attraversa la nostra vita solo per un breve periodo di tempo e non sempre con risultati negativi sulla qualità della nostra vita.


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